La brillantissima intuizione dell’opera precede di dieci anni la definitiva realizzazione, avvenuta nel 1995, dopo una serie travagliata di vicissitudini ed iter burocratici.
L‘Obelisco Lancia di Luce arricchisce e caratterizza la città di Terni della genialità dello scultore Arnaldo Pomodoro (nato a Morciano di Romagna nel 1926), tracciando un filo invisibile che la lega ormai indissolubilmente con altre città che ospitano le opere dell’artista, come Tokyo, Dublino, Copenaghen, New York, Los Angeles, Mosca, Darmstad, Spoleto, Città del Vaticano ed altre. La Lancia di luce si trova alla fine di Corso del Popolo, uno dei principali crocevia del traffico cittadino e, grazie alla sua agile mole, domina mirabilmente lo spazio circostante senza forzature. L’opera è contemporaneamente rappresentativa dei traguardi tecnologici e monito verso gli stessi; il dramma della loro scoperta e dei relativi poteri è espresso attraverso una miriade di fratture, inserti, forme geometriche ed effetti chiaroscurali.
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Come nelle sue precedenti realizzazioni, Arnaldo Pomodoro ha evidenziato il contrasto di superfici esterne polite e lucenti, che si lacerano rivelando una scavata organica, allusiva ed erosa matericità. Il suo scopo, come egli stesso ha dichiarato è sempre stato quello di “dare vita a delle cose che abbiano a che fare con il contesto urbano, il tessuto sociale. La scultura dovrebbe essere vissuta.”
Pur assemblata con tecniche industriali, sembra trascendere il suo essere materia, specie nello slancio della sezione terminale, così appuntita da elevarsi verso una spiritualità superiore. Il fascino dell’opera è costituito anche dal suo aspetto che muta in relazione all’angolo visuale dell’osservatore e della differente luce dei momenti della giornata, o delle stagioni, quando ad esempio nelle mattine d’inverno, si svela lentamente dalla nebbia.
Bella Umbria ringrazia il Dott. Federico Fratini per la collaborazione nella realizzazione di questo articolo.
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