Una vasta area della superficie della facciata del Duomo di Orvieto è decorata con dei mosaici, pensati ed elaborati secondo un preciso programma iconografico. I mosaici raffigurano alcuni episodi della vita di Maria, la madre di Gesù, una delle figure più venerate ed onorate del cristianesimo cattolico.
La scelta di decorare la facciata con mosaici su sfondo oro è piuttosto insolita, in riferimento al Trecento italiano. Di chiara ispirazione tardo-antica e paleocristiana, il mosaico è una forma d’arte che si è diffusa notevolmente lungo il territorio dell’Impero Romano d’Oriente. In Italia la città più rappresentativa, da questo punto di vista, è Ravenna, che fu uno degli ultimi baluardi della cultura bizantina nella penisola. Si presuppone che la decisione di arricchire con questi mosaici il Duomo di Orvieto sia dipesa dalla volontà di conferire il massimo sfarzo possibile a quello che gli orvietani considerarono fin da subito come il monumento simbolo della loro città. L’opera, inoltre, incentivò la locale industria del vetro.
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Questo “ciclo mariano” presenta scene quali la natività di Maria, il suo matrimonio, la presentazione al tempio e l’Annunciazione. Ha il suo apice nella scena dell’Incoronazione, collocata in alto nel timpano centrale. Una parte dello spazio dedicato ai mosaici è però riservata al Battesimo di Cristo, visibile al di sopra del portale di sinistra. probabilmente si decise di raffigurare anche questa scena, estranea alle altre, poiché in prossimità di quell’ingresso sorge il fonte battesimale.
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Molti tra maestri vetrai, i pittori, i mosaicisti si avvicendarono nell’opera di elaborazione dei mosaici. Iniziata nel 1321, questa si protrasse addirittura fino al XVI secolo. Vi prese parte innanzitutto Lorenzo Maitani, progettatore e realizzatore della facciata stessa, sotto la cui direzione vennero eseguite le decorazioni sui piani delle torri, sulle fasce e sulle cornici. Il “Battesimo di Cristo” fu eseguito tra il 1359 e il 1360 da Giovanni di Bonino, che partecipò anche ai lavori della vetrata della tribuna, all’interno del Duomo. Fra’ Giovanni di Leonardello ed il pittore orvietano Ugolino di Prete Ilario sono gli autori dei mosaici della “Annunciazione” e della “Natività”. Tra il 1370 e l’80 operò il mosaicista locale Piero di Puccio da Orvieto. Nel Cinquecento Cesare Nebbia contribuì al quadro del frontespizio maggiore.
L’opera fu definitivamente completata nel Settecento, con la “Presentazione al Tempio” realizzata da Giuseppe Ottaviani in sostituzione di quella di Piero di Puccio. In occasione del quinto centenario del Duomo, infatti, alcuni mosaici originali furono staccati ed donati al Papa di allora, Pio VI. Purtroppo sono andati quasi tutti perduti. Solo la “Natività di Maria” è scampato a quello sfortunato destino ed è tuttora conservato al Victoria and Albert Museum di Londra.
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